giovedì 28 aprile 2011

John Singer Sargent




Il pittore chiamato in causa nell'ultimo post è John Singer Sargent, considerato uno dei più grandi ritrattisti dell'800 (e quindi anche di tutti gli altri secoli,aggiungerei). Qui sopra ci sono alcuni paesaggi eseguiti dallo stesso Sargent. Come si può notare la sua tecnica rendeva possibile rappresentare molto bene sia i volti e le figure che i paesaggi, sempre con colori brillanti e armonici.
Potremmo dire che Sargent possedeva tutte qualità che rendono apprezzabile un quadro: correttezza dei toni e del disegno, senso della composizione, precisione, colori brillanti e accattivanti oltre che armonici, effetti materici per rendere le varie tessiture dei materiali che rappresentava e sfumature leggerissime.

mercoledì 13 aprile 2011

Maestro del ritratto




Inseriamo alcuni ritratti...per gli intenditori non saranno una novità. Nel prossimo post parleremo un pò di più su colui che li eseguii (probabilmente il più grande ritrattista mai esistito).

martedì 12 aprile 2011

Pietro Fragiacomo




Nato a Trieste nel 1856 da genitori piranesi, appena dodicenne, Pietro Fragiacomo, si trasferì con la famiglia a Venezia. Dopo un breve periodo di lavoro come falegname e fabbro nella società veneta di Costruzioni Meccaniche di Treviso, riuscì a frequentare l'accademia di Venezia dove conobbe G.Favretto e l'allora giovane Ettore Tito. Dal 1895 espose per ben sedici volte le sue opere alla biennale di Venezia, e da quel periodo ottenne numerosi riconoscimenti.

Rimasto fedele ai soggetti della laguna, Fragiacomo dipinse moltissime marine, creando spesso atmosfere malinconiche molto suggestive. Spesso nei suoi quadri, i colori di superficie lasciano trasparire il fondo caldo, e questo dona al dipinto un'impressione di grande armonia.

Pochi sanno che Fragiacomo dedicò parte del suo tempo alle invenzioni. Fra queste va citato un dispositivo a rullo per sostituire il ferro da stiro, un cannochiale a visione fotografica tridimensionale e adirittura una bambola con gli occhi mobili. Amava molto i bambini e spesso riparava per loro i giocattoli rotti. Morì nel 1922 a soli sessantasei anni.

P.S. Per chi volesse vederlo dal vivo, l'ultimo quadro dei tre fa parte della collezione del Museo Revoltella di Trieste.

mercoledì 6 aprile 2011

Doppia foto



Volendo catturare con la macchina fotografica qualche scorcio utile per pitturare, talvolta accade che la macchina non riesca a mettere in risalto con la stessa qualità sia la parte in ombra che la parte in luce di un soggetto contrastato. Se noi copiamo un paesaggio dal vero, non abbiamo questo problema perchè, spostando la vista verso la parte in ombra, la retina riesce immediatamente a distinguere, più o meno, a seconda del livello di oscurità, sia le forme che le variazioni di colore. Spostando la vista verso l'area illuminata accade la stessa cosa. In questi spostamenti però, la vista perde delle informazioni riguardo all'area che non è più al centro dell'attenzione. Questo accade perchè l'occhio non riesce a mettere a fuoco, allo stesso modo in ogni punto, un'area molto ampia. La macchina fotografica si comporta allo stesso modo; purtroppo però, una volta scattata una foto che privilegia la parte in luce a scapito di quella in ombra, che appare nera e indistinta, non abbiamo più la possibilità di focalizzare lo sguardo su questa. E per questo l'informazione a riguardo va persa. Un metodo per ovviare il problema è quello di scattare due foto. Una che privilegi il dettaglio e il colore in ombra e una che privilegi entrambi nell'area illuminata.Dalle foto sopra si può notare che, mentre la prima appare in generale più nitida, sopratutto nella parte non illuminata dal sole, e quindi utile a fornirci l'ottanta per cento delle informazioni, la seconda appare scura; ma utile in ogni caso quando, dipingendo, vorremo dare al mare e alle rocce illuminate dal sole un colore meno sbiadito.