sabato 20 novembre 2010
Mostra a Trieste
Segnaliamo che oggi alle 18.00 ci sarà l'inaugurazione della mostra personale di Sergio Budicin a Trieste (Galleria Rettori Tribbio, piazza vecchia 6). La mostra rimarrà aperta sino al 3 dicembre 2010.
giovedì 4 novembre 2010
Chardin
E' stato riportato che Chardin dipingeva appoggiando le pennellate una accanto all'altra senza mescolare i colori sulla tela. Guardando i quadri a distanza, gli sgranati producono l' effetto di sfumatura che costituisce il passaggio intermedio fra i toni.
mercoledì 3 novembre 2010
Riflessioni
I grandi razionalisti e materialisti di adesso implicitamente calcolano che gli antichi Greci fossero degli imbecilli a studiare le forme e le proporzioni armoniche delle colonne e dei capitelli.
L'arte di Joaquin Sorolla (1863-1923 - qui sopra 'El sol de la Tarde') è superata? oppure è l'unico modo per nascondere che non ci sia più nessuno che sia capace di fare altrettanto?
martedì 2 novembre 2010
I piani della testa
venerdì 10 settembre 2010
J.W.Waterhouse
domenica 23 maggio 2010
La Belle Epoque
lunedì 10 maggio 2010
Il Flyin' Dutchman
venerdì 7 maggio 2010
Cavalli
mercoledì 28 aprile 2010
L'armonia dei colori
martedì 13 aprile 2010
Frank Dicksee
Alla Tate Gallery a Londra vendevano, o forse vendono ancora, delle rubriche artistiche con le opere del museo all'interno e, sulla copertina di queste spiccava il magnifico quadro qui sopra. Naturalmente la riproduzione è più fedele di quella sopra. Rimanemmo molto impressionati da questo pittore che, tutto sommato, non è poi così tanto noto. Nato a Londra, nella seconda metà dell'ottocento, Frank Dicksee si ditinse sopratutto per le sue rappresentazioni storico mitologiche. Pur essendo associabile alla corrente dei preraffaeliti, Dicksee possiede una tecnica di rappresentazione unica. Le superfici dei quadri sono movimentate e piene di vita e non lisce e monotone come le tele di altri suoi contomporanei. La scelta dei soggetti e la loro forza, sia nel movimento che nel contenuto simbolico, sono straordinari.
Qui sopra "La belle dame sans Merci"
venerdì 9 aprile 2010
Muscoli del dorso
Potrebbe tornare utile all'illustratore conoscere la muscolatura del corpo umano. Come aveva giustamente osservato Leonardo da Vinci, però, è bene rappresentare le figure senza gonfiare tutti i muscoli contemporaneamente. Questo perchè ogni movimento implica uno sforzo diverso (Rambo potrebbe costituire un controesempio?).
mercoledì 7 aprile 2010
Zdenek Burian
http://www.youtube.com/watch?v=ZZE4sqN4D0Q
Nel link sopra, un filmato interessante sull' illustratore di libri della preistoria che per primo ha interpretato i dinosauri in modo moderno: Zdenek Burian. Il filmato mostra alcuni dei suoi lavori, con una musica di sottofondo leggermente psicadelica, che crea un atmosfera onirica. Burian usava modellini dei dinosauri da lui creati come fonte di ispirazione per i quadri.
martedì 30 marzo 2010
Zeusi e Parrasio
Tratteggio e...indiani
Due disegni a matita di Roberto in cui è stato utilizzato un mix dei tratteggi descritti sopra.
lunedì 29 marzo 2010
Le sensazioni derivanti dai colori
domenica 28 marzo 2010
I ritratti del Fayum
venerdì 26 marzo 2010
Preparazione delle tele
Oggi in un negozio specializzato in articoli di pittura troviamo perlopiù tele preparate industrialmente.
Sono tele che hanno ricevuto un'imprimitura meccanica e io sinceramente non saprei dire quali sono i singoli passaggi effettuati.
L'unica cosa che posso dire è che sono tutte tele inadatte a pitturarci sopra.
La cosa sconcertante è che uno può arrivare a spendere più di cento euro per un pezzo di tela di lino peparato ad olio di un metro e mezzo per sei , credendo di aggiudicarsi una buona riuscita dell'opera, per poi scoprire che è stata preparata in un modo in cui nemmeno Rembrandt riuscirebbe a dipingervi sopra.
Ma come preparavano le tele i pittori del passato?
Una domanda semplice la cui risposta, in un libro di tecnica pittorica, potrebbe essere contenuta e descritta in decine e decine di pagine.
Ognuno aveva, naturalmente, le proprie abitudini, per cui è impossibile trovare una vera e propria linea comune.
Si partiva da una tela di lino grezzo, di tramatura più o meno fitta, un tessuto vero e proprio, tanto per intendersi.
E' indubbio che sulla tela grezza il pittore doveva spalmare sopra della colla.
La colla dona alla tela la rigidità necessaria per poter fornire un supporto rigido, ma troppa colla o colla sbagliata potrebbero non funzionare bene.
Per oggi allego un link molto molto interessante.
http://www.artenet.it/stratigrafia/CARAVstr.htm
Dandoci un'occhiata, ci rendiamo conto di come il fatto stesso di voler utilizzare le tele in maniera industriale sia un punto di partenza completamente sbagliato.
La cosa divertente è che già a inizio novecento, Harold Speed (ha scritto uno dei libri più diffusi sulla tecnica pittorica) aveva notato "Queste maledette tele di oggi, sembra di dipingere sul sapone!!"
giovedì 25 marzo 2010
Le proprietà ottiche nel quadro: Maxfield Parrish
Recentemente abbiamo acquistato un libro di illustrazioni di Maxfield Parrish. L'edizione è un pò vecchia per cui i colori non rendono molto bene. Sarebbe una bella esperienza poter osservare questi quadri dal vivo perchè, dal punto di vista dei colori, sono assolutamente unici.
Come potete osservare dall'illustrazione qui sopra, infatti, le tinte sono portate all'estremo della saturazione. Ma com'è possibile, direte voi, che uno ottenga una saturazione maggiore di quella che è presente nel colore del tubetto usato in modo puro?
Ebbene, è qui che si apre uno dei capitoli più interessanti e appassionanti della pittura.
Fin dall'antichità l'uomo ha cercato di esaltare al massimo la vitatlità del colore, naturalmente ricavato dai pigmenti, grazie all'aggiunta di qualche altra sostanza, se così vogliamo chiamarla.
Nella fattispecie, nella pittura ad olio, queste sostanze sono state molteplici. Resine, vernici, albumi o rosso d'uova, cere, olii.....sono solo alcune delle componenti aggiuntive sperimentate dai pittori del passato per aumentare la saturazione del colore o ottenere da questo le tinte più sofisticate.
Il principio chimico è che il pigmento viene "circondato" da altre molecole, con caratteristiche di rifrazione diverse. Non vogliamo entrare nei dettagli perchè sconfineremmo nella fisica, ma sicuramente possiamo asserire che più un quadro è ricco di particelle con rifrazioni diverse, più l'occhio che lo guarda ne rimane appagato. Oltre a questo principio, Parrish metteva in atto un'altra propretà ben nota dei colori e cioè quella di poter ricavare i colori secondari e successivi partendo dai primari.
Sicchè Parrish, per ottenere il colore viola, non dipingeva usando il colore viola del tubetto.
Utilizzava inizialmente il colore blu, più puro possibile e arricchito con vari "cristalli". Poi lo bloccava, cioè creava uno strato trasparente e separatore in maniera da isolare ciò che era stato fatto e in modo che quello che dovesse venire successivamente non subisse nessuna alterazione chimica. Fatto questo, sulla superficie trasparente dipingeva usando un colore rosso trasparente (la lacca di garanza gode di questa proprietà).
Sicchè la luce che investe il quadro entra negli strati e, tornando indietro riflette il colore blu del pigmento, a poca distanza (parliamo di molecole) riflette il colore di uno o più cristalli di natura diversa e accanto a questo, il pigmento che appartiene allo strato successivo e cioè il rosso.
Il risultato? L'occhio vede il viola ma un viola molto più "ricco" e "intenso" di quello che si trova pronto in un tubetto.
Ora immaginate di trovarvi di fronte a un quadro di Parrish che per essere dipinto ha richiesto la sovrapposizione di più di dieci strati separati. Più sorprendente della natura stessa.
Qual'è l'aspetto negativo di questa tecnica? La risposta è semplice: richiede molto molto molto tempo.
In alcuni anni della propria carriera Parrish poteva dipingere al massimo quattro quadri all'anno!!
mercoledì 24 marzo 2010
Il Carboncino 3
Come si tiene in mano la matita-carboncino? Nell'immagine c'è l'impugnatura corretta per lavorare stando in piedi. L'altro modo di tenere la matita, cioè quello che si usa normalmente per scrivere non è consigliabile perchè non permette di lavorare usando tutta l'estensione del braccio. Per disegnare con l'impugnatura corretta è necessaria un pò di pratica, quindi è preferibile provare a disegnare alcune linee ed alcune forme per acquisire padronanza piuttosto che lanciarsi immediatamente nell'esecuzione di un ritratto.
martedì 23 marzo 2010
Il Carboncino 2
Non è da trascurarsi, facendo un disegno al carboncino, il tipo di carta sul quale si vuole lavorare.
Ai tempi in cui si frequentava la scuola di Falzari, veniva utilizzata la carta d'impacco. E'una carta ovviamente economica e va utilizzata dalla parte non lucida.
Questa carta ha il pregio di permettere un tratteggio leggermente sgranato, una facile sfumatura con lo sfumino o le dita ma ha il difetto di essere molto incline allo spiegazzarsi.
Le altre carte oggi in commercio sono più o meno buone, la Fabriano offre una carta ruvida (attenzione non quella che presenta una tramatura tipo tela) molto buona, ma su questa è più difficile sfumare e bisogna affidarsi di più al tratteggio. Questi fogli, inoltre, sono sensibili a quanto vi si preme la matita sopra e, una volta incisi troppo in profondità, si rovinano.
Aggiungo che, per imparare, ci si può affidare tranquillamente a questi fogli, facendo attenzione che, talvolta, il tipo di supporto utilizzato, influenza poi anche lo stile della persona. Cionostante, in fase successiva, volendo eseguire un opera da presentare, è sicuramente meglio sperimentare carte più pregiate e costose, magari prodotte artigianalmente.
lunedì 22 marzo 2010
Il Carboncino
Su richiesta, mettiamo alcuni suggerimenti per lavorare a carboncino. Innanzitutto è bene specificare che c'è una differenza fra il carboncino vero e proprio e la matita-carboncino.
La matita-carboncino offre il vantaggio di essere simile a una matita, a parte la mina, e quindi di poter essere maneggiata senza sporcarsi. Lo "svantaggio è che, spesso, non è così intenso come il carbone e non permette di ottenere un tratto più grosso di quello che è il diametro della mina; al limite un pò di più se è usato in diagonale.
Il carboncino è venduto in pezzi di carbone, talvolta simili a bacchette di liquirizia, oppure sotto forma di piccoli "gessetti". Esistono inoltre diverse "durezze" del carboncino, esattamente come esistono per la matita.
Il vantaggio è che, se usato in diagonale, può produrre un tratto estremamente grosso e, quindi, permette di coprire ampie zone scure con poco dispendio di energie. Per contro, se usato di punta, permette di lavorare pure nei dettagli.
E' bene notare, comunque, che, a prescindere da ciò che si usa, è bene lavorare su un piano verticale, ossia utilizzando un cavalletto.
Questo per evitare di sporcare il foglio, appoggiandovi la mano sopra, sia perchè è più facile allontanarsi per guardare il lavoro svolto da una certa distanza.
Qui sopra, uno studio eseguito da Roberto in matita-carboncino.
domenica 21 marzo 2010
Giovanni Zangrando
giovedì 18 marzo 2010
Walter Falzari
Walter Falzari (1911-1998) è stato l'insegnante di più generazioni tanto che è stato il maestro di Sergio, negli anni cinquanta, e persino mio (Roberto), più avanti, per un paio d'anni.
Pittore ritrattista, Falzari ha dipinto in modo notevole anche molte nature morte.
Essendo stato di natura schiva Falzari non ha avuto il successo che sarebbe dovuto spettare a un pittore del suo livello. Tuttavia ha lasciato un segno indelebile nella memoria di tutti coloro che hanno frequentato il suo studio, e che sono stati tanti.
Celebri le sue uscite teatrali, quando, mentre un allievo stava dipingendo un ritratto, egli si avvicinava repentinamente per afferrarlo e condurlo due passi indietro. "Guarda!"esclamava "che orrore che hai fatto!!!!".
Naturalmente era necessario essere dotati di una buona "scorza" , se così si può dire, per andare avanti.
Nella foto: il Battista (1949).
martedì 16 marzo 2010
Le proporzioni ideali 2
lunedì 15 marzo 2010
Proporzioni ideali
sabato 13 marzo 2010
La Madonna delle rose
venerdì 12 marzo 2010
Mostra a Norimberga
Il Museo Nazionale tedesco è realmente molto ben organizzato. Per noi amanti della pittura è un piacere soffermarsi di fronte ai quadri del Durer (purtroppo non i più significativi) e allo splendido autoritratto di Rembrandt. Ma accanto a tutto ciò vi è lo spazio anche per antichi e divertenti reperti come la slitta qui sotto.
Chi di noi non avrebbe indossato volentieri questo antico copricapo etrusco da parata?
L'inaugurazione della mostra personale ci ha messo in contatto con numerose persone interessanti e divertenti. Anche qui al Nord il prosecco non è un aperitivo sconosciuto.