venerdì 28 marzo 2014

Antonio Mancini: la tecnica oltre i limiti




Antonio Mancini fu un pittore italiano; nacque nel 1850 a Roma. Imparò a dipingere giovanissimo e si inserì nella corrente del verismo italiano guidato da pittori come Palizzi e Morelli. Fu considerato da John Sargent il più grande pittore contemporaneo. Egli possedeva infatti due caratteristiche che senza dubbio, nel giudicare un pittore, contano molto: la tecnica pittorica e la sensibilità nella scelta e nella composizione dei soggetti e dei temi.
Tecnicamente egli parte con un verismo materico, i suoi quadri abbondano di effetti ricavati dalla "scultura" tridimensionale degli oggetti e delle figure, per poi arrivare ad un vero e proprio impressionismo, nel quale non è il colore vivace a far da padrone, quanto l'incredibile movimento che gli strati di pittura contribuiscono a creare nell'occhio. Un impasto apparentemente scoordinato di colori e altro (si possono trovare sulla superficie della tela addirittura dei pezzi di alluminio) che da vicino potrebbe essere scambiato per un quadro astratto, da lontano diventa il dettaglio di una gonna, convincente nella sua tridimensionalità.
Mancini soffriva di problemi di nervi che lo portarono a delle crisi profonde, tuttavia visse fino al 1930 dipingendo molti quadri di grande sensibilità poetica. Qui sotto appare il quadro "dopo il duello" che non ha bisogno di commenti e spiegazioni.


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