lunedì 22 agosto 2011

NI FVTVRA ACTIONE DETURPET



EX PRAETERITO PRAESENS PRUDENTER AGIT NI FVTVRA ACTIONE DETURPET è il motto inserito da Tiziano all'interno di questo enigmatico quadro che si trova alla National Gallery di Londra.
La traduzione è all'incirca: SULLA BASE DELLE AZIONI PASSATE IL PRESENTE AGISCE PRUDENTEMENTE PER NON GUASTARE LE AZIONI FUTURE.
Gli studiosi hanno riconosciuto, nella simbologia utilizzata nel quadro, il riferimento alla figura di Serapide, divinità egiziana, spesso raffigurata con tre teste (il cane, il lupo e il leone) avvinte da un serpente.
Molto è stato ipotizzato sull'identità delle teste poste sopra gli animali.
Lo studioso Erwin Panofsky ha voluto riconoscere nel volto del giovane, posto di profilo, le fattezze di Marco Vecelli, parente di Tiziano. La figura al centro sarebbe, sempre secondo Panofsky, Horatio Vecellio, ossia il figlio del pittore, mentre il vecchio di profilo e in ombra, sarebbe Tiziano stesso.
Indubbia è l'allusione a tre diverse età, di cui Tiziano rappresenterebbe quella più avanzata, illuminata a stento dalla luce e in cui, l'espressione accigliata del volto lascerebbe suggerire un'esistenza non del tutto felice ed appagata. Il significato del quadro, potrebbe essere leggibile su livelli diversi, quello allegorico, più ampio e legato al tema della prudenza e dello scorrere del tempo, quello artistico, poichè se le figure fossero realmente i parenti del Vecellio sopracitati, come è probabile, il quadro potrebbe esprimere la continuità dell'opera artistica attraverso il tempo (Sia Marco che Horatio collaboravano nella bottega del pittore) e infine quella personale, allusiva, forse, al vissuto del pittore ( l'espressione marcatamente accigliata del vecchio potrebbe non essere casuale).


domenica 3 luglio 2011

Museo Sorolla









Ecco alcune foto della nostra visita al Museo Sorolla, a Madrid, due settimane fa.
Il luogo è veramente bello e interessante; trattasi dell'abitazione del pittore spagnolo che, dopo la sua morte negli anni venti, è stata adibita a museo.
I quadri all'interno sono tanti e spettacolari, per un amante della pittura è un vero paradiso.
La casa e il giardino in particolare, sono state progettate da Sorolla stesso, e nei prossimi blog, inseriremo qualche scorcio dello spazio esterno.
Per chi non lo sapesse, Sorolla è stato, in Spagna, uno dei maggiori pittori realisti-impressionisti dell'ottocento, alcuni dei suoi quadri si trovano anche al Prado.
Confortante vedere che, almeno ogni tanto, i bambini vengano educati a della buona pittura;)

giovedì 19 maggio 2011

Rembrandt: effetti materici








Nell'ultimo post abbiamo sottolineato la peculiarità tecnica di Carel Fabritius sopratutto nell'uso della materia con cui dipingere.
Ecco alcuni dettagli interessanti presi da alcuni quadri di Rembrandt che è stato, appunto, maestro di Carel.
Un libro molto interessante, che si trova in commercio, contiene un sacco di informazioni riguardo i materiali usati dal pittore in questione.
Le analisi fatte sulle tele, ovviamente, danno dei risultati difficili da interpretare.
Altre fonti, anche non recentissime, arrivano a concludere che Rembrandt mescolasse il rosso d'uovo con il medium o con l'impasto. Che dire? bisognerebbe provare.......

lunedì 16 maggio 2011

Carel Fabritius










Ecco tre dei dodici quadri ancora esistenti, a quanto si dice, di Carel Fabritius.
Ma chi era questo pittore?
All'occhio di qualcuno più esperto questi quadri ricorderanno la tecnica di Rembrandt. E non è un caso.
Carel Fabritius nacque a Middenbeenster nel 1622 ed entrò come allievo nello studio di Rembrandt dal 1640. Dieci anni dopo si trasferì a Delft. Morì in questa città all'età di appena 32 anni in seguito a un esplosione di un magazzino di polvere da sparo, che distrusse un intero quartiere della città olandese.
Nell'esplosione, gran parte della sua produzione artistica fu cancellata dalla storia.
Malgrado ciò, questo artista dalla tecnica incredibile visse abbastanza a lungo da poter influenzare, sembra, in maniera incisiva il giovane Vermeer.
Insomma...stiamo parlando di un anello di congiunzione fra Rembrandt e Vermeer che, per un tragico scherzo del destino non è stato annoverato nei libri di storia dell'arte (se non come un semplice nome).
Chissà quante opere d'arte avremmo potuto ammirare ancora senza quell'esplosione!
Guardando questi quadri si potrà notare uno splendido uso della materia; ogni parte del quadro vibra con le stesse cesellature materiche di Rembrandt. L'effetto armonico è splendido.
Dall'alto: il quadro di Mercurio, in mezzo l'umilissimo cardellino (geniale nella linea della composizione e nella semplicità della scelta di soggetto e colori) e in basso la sentinella (non molto sveglia, a quanto sembra).


P.S. Fabritius significa 'carpentiere' (è il mestiere che svolgeva Carel prima di diventare pittore)

giovedì 28 aprile 2011

John Singer Sargent




Il pittore chiamato in causa nell'ultimo post è John Singer Sargent, considerato uno dei più grandi ritrattisti dell'800 (e quindi anche di tutti gli altri secoli,aggiungerei). Qui sopra ci sono alcuni paesaggi eseguiti dallo stesso Sargent. Come si può notare la sua tecnica rendeva possibile rappresentare molto bene sia i volti e le figure che i paesaggi, sempre con colori brillanti e armonici.
Potremmo dire che Sargent possedeva tutte qualità che rendono apprezzabile un quadro: correttezza dei toni e del disegno, senso della composizione, precisione, colori brillanti e accattivanti oltre che armonici, effetti materici per rendere le varie tessiture dei materiali che rappresentava e sfumature leggerissime.

mercoledì 13 aprile 2011

Maestro del ritratto




Inseriamo alcuni ritratti...per gli intenditori non saranno una novità. Nel prossimo post parleremo un pò di più su colui che li eseguii (probabilmente il più grande ritrattista mai esistito).

martedì 12 aprile 2011

Pietro Fragiacomo




Nato a Trieste nel 1856 da genitori piranesi, appena dodicenne, Pietro Fragiacomo, si trasferì con la famiglia a Venezia. Dopo un breve periodo di lavoro come falegname e fabbro nella società veneta di Costruzioni Meccaniche di Treviso, riuscì a frequentare l'accademia di Venezia dove conobbe G.Favretto e l'allora giovane Ettore Tito. Dal 1895 espose per ben sedici volte le sue opere alla biennale di Venezia, e da quel periodo ottenne numerosi riconoscimenti.

Rimasto fedele ai soggetti della laguna, Fragiacomo dipinse moltissime marine, creando spesso atmosfere malinconiche molto suggestive. Spesso nei suoi quadri, i colori di superficie lasciano trasparire il fondo caldo, e questo dona al dipinto un'impressione di grande armonia.

Pochi sanno che Fragiacomo dedicò parte del suo tempo alle invenzioni. Fra queste va citato un dispositivo a rullo per sostituire il ferro da stiro, un cannochiale a visione fotografica tridimensionale e adirittura una bambola con gli occhi mobili. Amava molto i bambini e spesso riparava per loro i giocattoli rotti. Morì nel 1922 a soli sessantasei anni.

P.S. Per chi volesse vederlo dal vivo, l'ultimo quadro dei tre fa parte della collezione del Museo Revoltella di Trieste.

mercoledì 6 aprile 2011

Doppia foto



Volendo catturare con la macchina fotografica qualche scorcio utile per pitturare, talvolta accade che la macchina non riesca a mettere in risalto con la stessa qualità sia la parte in ombra che la parte in luce di un soggetto contrastato. Se noi copiamo un paesaggio dal vero, non abbiamo questo problema perchè, spostando la vista verso la parte in ombra, la retina riesce immediatamente a distinguere, più o meno, a seconda del livello di oscurità, sia le forme che le variazioni di colore. Spostando la vista verso l'area illuminata accade la stessa cosa. In questi spostamenti però, la vista perde delle informazioni riguardo all'area che non è più al centro dell'attenzione. Questo accade perchè l'occhio non riesce a mettere a fuoco, allo stesso modo in ogni punto, un'area molto ampia. La macchina fotografica si comporta allo stesso modo; purtroppo però, una volta scattata una foto che privilegia la parte in luce a scapito di quella in ombra, che appare nera e indistinta, non abbiamo più la possibilità di focalizzare lo sguardo su questa. E per questo l'informazione a riguardo va persa. Un metodo per ovviare il problema è quello di scattare due foto. Una che privilegi il dettaglio e il colore in ombra e una che privilegi entrambi nell'area illuminata.Dalle foto sopra si può notare che, mentre la prima appare in generale più nitida, sopratutto nella parte non illuminata dal sole, e quindi utile a fornirci l'ottanta per cento delle informazioni, la seconda appare scura; ma utile in ogni caso quando, dipingendo, vorremo dare al mare e alle rocce illuminate dal sole un colore meno sbiadito.

martedì 1 marzo 2011

Lo scheletro semplificato



A chi fosse in possesso del libro "Creative illustrations (A.Loomis)" questi disegni non sembreranno nuovi.
Conoscere bene lo scheletro umano (non solo per creare dei personaggi horror) può essere utile.
Tuttavia, è necesssario saper riconoscere i punti in cui le ossa "affiorano"in superficie, ossia dove la carne o i muscoli non li nascondono. Per questo, un ottimo esercizio è quello di individuare, sul proprio corpo, dove si trovano suddetti punti. In questo modo dovrebbero rimanere più impressi.
Ricordiamo sempre la particolarità della curvatura della colonna vertebrale; l'assetto della figura vista di profilo ne è fortemente condizionato.
Oltre a ciò, fissiamo bene in mente il fatto che i femori, nella figura frontale a piedi uniti, non sono perfettamente vericali ma convergono in maniera obliqua fino al ginocchio.

domenica 30 gennaio 2011

Fortunino Matania

Ecco un quadro, più che un'illustrazione, di Fortunino Matania. Per chi non lo conoscesse, Matania è stato un abilissimo illustratore napoletano, vissuto fra la fine dell'ottocento e metà novecento. Questi ha lavorato, per gran parte della sua carriera, per giornali e riviste inglesi.
Il quadro qui sopra raffigura un episodio della prima guerra mondiale. Non ha bisogno di commenti.......come le più grandi opere, parla da solo (per chi è sensibile, talvolta, le immagini possono suscitare emozioni quanto la musica).
Il titolo è "Addio caro amico".

sabato 20 novembre 2010

Mostra a Trieste


Segnaliamo che oggi alle 18.00 ci sarà l'inaugurazione della mostra personale di Sergio Budicin a Trieste (Galleria Rettori Tribbio, piazza vecchia 6). La mostra rimarrà aperta sino al 3 dicembre 2010.

giovedì 4 novembre 2010

Chardin


Approfittiamo della mostra in corso su Chardin, che si svolge a Ferrara per inserire qualche natura morta del pittore francese.
E' interessante notare il colore denso con il quale Chardin interpretava le forme e tutti gli effetti di sgranato che riusciva ad ottenere sulla superficie.


E' stato riportato che Chardin dipingeva appoggiando le pennellate una accanto all'altra senza mescolare i colori sulla tela. Guardando i quadri a distanza, gli sgranati producono l' effetto di sfumatura che costituisce il passaggio intermedio fra i toni.

mercoledì 3 novembre 2010

Riflessioni

Cos'è che l'occhio guarda volentieri? vi siete mai posti questa domanda? Perchè spesso ci rendiamo conto che un bel paesaggio naturale ci da delle sensazioni più positive di una squallida periferia di città?
Talvolta preferiamo vedere una piccola casetta in pietra, costruita secondo i canoni di una volta, piuttosto che un palazzo in cemento alto venti metri.
Perchè, sulla casetta in pietra, i fiori, che si mettono sul balcone, stanno meglio? Perchè sulle terrazze dei palazzi di cemento nemmeno viene l'idea di mettere dei fiori all'esterno?
Perchè fino a inizio novecento qualsiasi costruzione aveva almeno un abbellimento, un ornamento, un fregio, all'entrata? Perchè adesso nessuna nuova abitazione concepisce questo? forse perchè è superfluo?
Chiediamoci allora perchè qualcuno ancora appende dei quadri sulle pareti di casa propria.
Perchè in qualche modo cerchiamo di coprire quella parete vuota?
Forse ci siamo dimenticati che noi, volendolo o no, rimaniamo passivi a ciò che ci circonda.
Vivere in una stanza spoglia, a lungo andare, inardisce. Forse ancora peggio: crea ansia e depressione.
Questo poche persone lo ammettono. I razionalisti tacitamente snobbano l'arte. Vedono un grande spreco di tempo il fatto di decorare delle stanze o fare dei monumenti che costano.
E' molto più semplice e veloce addobbare una piazza con dei piloni in cemento armato piuttosto che ingaggiare uno dei pochi scultori che ancora sono in grado di rappresentare qualcosa di bello e che dia una sensazione positiva a chi la guarda.
Ma quando si risparmiano i soldi in questo modo, l'unico risultato ottenuto è un aumento dello squallore. La gente che passa in una piazza, deturpata da qualsiasi mostruosità che si spaccia per arte moderna, che sia indifferente o no, percepirà lo squallore e la decadenza. E questo inciderà sulla loro vita, che essi lo vogliano o no.
Così come, quando guardiamo un film, ad esempio, le immagini che scorrono acquiscono un significato in base alla musica che c'è come sottofondo. Se la musica è tesa, noi non potremo fare a meno di sentire la tensione, anche se siamo ben consci che è una finzione. Ma quella musica entrerà comunque nel nostro subconscio (esperimenti hanno riscontrato un aumento del battito cardiaco ed altri effetti in crescendo, dipendenti dalla musica).
E così quando passiamo di fretta in città o in qualsiasi posto, anche se non ne siamo consci, quello che ci circonda influisce sulla nostra psiche.
Questo concetto, guarda caso, era noto a tutte le civiltà del passato. A Creta, ad esempio (e parliamo di più di 3000 anni fa), la cosa più spontanea era quella di riportare all'interno dei palazzi o delle case un frammento di natura (non è forse arte questa?).


I grandi razionalisti e materialisti di adesso implicitamente calcolano che gli antichi Greci fossero degli imbecilli a studiare le forme e le proporzioni armoniche delle colonne e dei capitelli.
Però è strano: anche gli Indiani dell'India, dovevano esserlo, se hanno prodotto quell'arte in passato, e pure i Cinesi, che appartengono ad una civiltà ancora più lontana dalla nostra, e pure le popolazioni pre colombiane che, spontanteamente, hanno sviluppato l'arte in Sud America.
Insomma, il novecento ha fatto crescere molto l'uomo occidentale: la cultura avanguardista ha messo accanto ai quadri di Leonardo da Vinci delle tele inguardabili e ha detto che sono entrambe arte. Siamo daccordo che ogni quadro può avere un'interpretazione e un significato ma stiamo attenti nel distiguere una cosa che inconsciamente trasmette pace e grandezza da una che entra nel nostro subconscio come squallore e depressione.



L'arte di Joaquin Sorolla (1863-1923 - qui sopra 'El sol de la Tarde') è superata? oppure è l'unico modo per nascondere che non ci sia più nessuno che sia capace di fare altrettanto?

martedì 2 novembre 2010

I piani della testa

Per fare un ritratto è opportuno conoscere bene i piani della testa umana. I piani non sono null'altro che la semplificazione delle superfici aventi la stessa inclinazione. Per capirsi meglio, suddividere una testa in piani è paragonabile al prendere una forma grezza per sbozzarla in maniera squadrata.
Numerosi autori di libri sull'illustrazione concepiscono la testa umana come una sfera (vedi Loomis). La sfera poi viene ad essere tagliata ai lati in corrispondenza delle tempie. Questa è la primissima semplificazione.
Uno dei primi artisti che, in pittura, intuirono questo concetto e ad applicarlo in modo sistematico fu Velasquez (Michelangelo e Tiziano sono stati, in ogni caso, i precursori).

Consigliamo a tutti gli amanti del ritratto di studiare il modo in cui Velasquez "scolpiva le teste". Prima di lui non molti pittori erano riusciti a rendere la tridimensionalità in maniera così convincente.
Qui sopra, il celebre ritratto di Innocenzo X (Roma, Galleria Doria Pamphili) di Diego Velasquez.

venerdì 10 settembre 2010

J.W.Waterhouse


Dopo un pò di tempo di inattività estiva, riapriamo con un nuovo post, dedicato a J.W. Waterhouse.
Questo pittore non è certamente menzionato nei libri di storia dell'arte scolastici, anche se spesso molti libri di narrativa si appropriano delle sue immagini e le usano per le copertine.
Anche Waterhouse può essere definito preraffealita; i suoi modelli sono stati Leighton e Alma-Tadema.


Guardando i quadri da vicino, è sorprendente notare la leggerezza dei passaggi di tono e delle sfumature. Egli deteneva senz'altro un primato nel trattare la materia; le sue carnagioni e i vestiti godono di un trattamento che ben pochi pittori sono riusciti ad ottenere.